Palazzo
Strozzi, “L’ avanguardia russa la siberia e l’ oriente”
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di seguito il commento di uno dei nostri collaboratori in sala....Massimiliano Margheri!
Ieri
Chiara ed io ci siamo concessi un giro a Palazzo Strozzi, un’
edificio nel centro della nostra città destinato a mostre
temporanee. Quella che è in svolgimento adesso, dal 27 settembre al
19 gennaio, è “ L’ avanguardia russa la siberia e l’ oriente”.
Se siete in città in questo periodo non potete non vederla, ricavate
un pomeriggio tra quelli che avete a disposizione ed usatelo per
visitare quest’esposizione. Il tema della rassegna è il viaggio e
vi assicuro che il viaggio che vi attende è spettacolare: innanzi
tutto trattandosi di artisti Russi ed essendo la Russia così vasta e
così remota ai suoi angoli, qui ci si trova dinnanzi a
rappresentazioni che vanno dall’ oriente più lontano ( come da
titolo) fino all’ occidente parigino, poiché non mancano le
influenze di Matisse o di Cezanne, o di Picasso, così come del
nostro Boccioni, perfino di un’ accenno alla secessione viennese.
Testimonianza questa di come il linguaggio occidentale fosse capace
di arrivare un po’ ovunque.
Poi
un’ accenno alla mostra, prima sala: entrate e subito vi trovate
davanti al classico vademecum sull’ esposizione, a seguire due
quadri che nel loro dialogo sono la sintesi del vostro cammino dentro
a quelle sale; sulla prima tela c’è una tipica radura russa
innevata in un giorno d’ inverno, sullo sfondo dei monti, in primo
piano un branco di lupi che annusa curioso e forse smarrito ma anche
inconsapevole e stupito delle tracce di un carro sulla neve: e’ il
segno del passaggio dell’ uomo civilizzato in un mondo che non gli
appartiene e che forse nemmeno capisce ne’ capirà mai; Alcuni di
quei lupi guardano fuori dalla tela, dritti verso di noi che stiamo
per entrare in una dimensione mistica, emozionante, arcaica, violenta
e moderna, a seconda del modo in cui l’ artista rappresenta il
“momento ” sulla tela, o più semplicemente dall’ opera che è
rappresentata. Dopo, a colloquio, un’ opera di Kandinsky, il
Kandinsky astratto quello del viaggio interiore… . Non proseguo
nella descrizione delle sale ma lascio a voi il piacere di scoprire
il tesoro che questa mostra nasconde.
Continuo
invece a parlarvi delle emozioni che in questo pellegrinaggio
artistico avrete: sarete coinvolti dalle testimonianze pittoriche e
scultoree, di vita dell’ immensa Russia, delle sue storie, dei suoi
territori primordiali e tutto ciò lo ritroverete sulle tele di
Kandinsky, lo ritroverete in due splendide opere di Malevic’, sulle
tele di Filinov… in questa mostra troverete un filo che lega l’
energia primitiva della terra alla forza creativa dell’ uomo, sia
esso artista o semplice visitatore. Non posso fare a meno di citare
le fantastiche sculture lignee, che sembrano prendere il vigore della
terra per poi gettarlo attorno a loro. C’ è una testimonianza
religiosa che mi ha emozionato: è un grande cucchiaio di legno
intarsiato con legato il teschio di un’ orso; questo perché una
popolazione delle steppe credeva che il plantigrado fosse loro
antenato ed il cucchiaio veniva usato nelle cerimonie. Tale reperto,
così come molte opere, ci porta verso una dimensione mistica, così
antica e così affascinante da non poterci lasciare indifferenti.
Vi
invito, anzi vi esorto a non perdervi queste emozioni, né queste
opere. Poi a fine della visita un caffè nel bar del palazzo, dentro
al cortile, comodamente seduti e poi una cena… vi aspetto da noi
così parliamo di quello che abbiamo visto, io per mio conto e voi
per il vostro.
Buon
viaggio
Massimiliano